e al suo articolo: “8 dicembre 2018, No Tav, contro l’Entità e lo stato di cose presente”

Le risposte seguono i punti dell’articolo originale.

  1. Wu Ming 1 scade, come spesso accade ad ambo le parti, in una scocciante e tediosa delegittimazione delle posizioni diverse dalle proprie. Incapace di descrivere le sfumature e la complessità delle argomentazioni, si comporta come un Travaglio qualsiasi, deridendo l’altro, e facendo trasparire il suo maschilismo appellando le organizzatrici della manifestazione come “indubbiamente più presentabili ed eleganti, le «Madamin del sìTav»”, deleggittimandole. L’unica risposta al primo punto possibile per me è: io non lo faccio. Io non dipingo il movimento NoTav come un covo di bifolchi ingnoranti. O pagati dalla sitaf, l’autostrada della valle. Io ascolto le vostre idee con attenzione.
  2. Non si capisce quale classe sociale voglia contrapporre alla “borghesia”. Vaneggia di una classe borghese a capo del progetto, come se i noTav fossero proletari. Qui si sta parlando di opere pubbliche e di un treno. Cerchiamo di rimanere sul pezzo.
  3. le bugie dei SiTav (Qui Wu Ming 1 passa in rassegna quelle che considera le bugie dette dai SiTav. Di seguito le risposte alle risposte alle “bugie SiTav”):
    • Amici dei TIR. In tutti i discorsi noTav non si mostra mai il grafico qui sotto. Tra la Francia e l’Italia il 92% delle merci passa su TIR. Molto di più degli altri valichi alpini. Perchè? E’ una cosa buona? Lasciamo le cose così? La linea storica è sottoutilizzata perche assolutamente non adeguata (e non si può aggiornare) e non competitiva rispetto al trasporto su gomma. Lasciando le cose così ci si rassegna ai milioni di TIR sulle nostre strade e nelle valli alpine. Molte informazioni si possono trovare nel quaderno 11 dell’osservatorio, per capire le ragioni di questi dati.

  • Ormai si sta facendo! Sì, basta andare sul sito ufficiale per vedere lo stato di avanzamento lavori: link. Siamo al 15%.
  • Resteremo isolati! (per Wu Ming 1 è un progetto fantasma, il corridoio mediterraneo non esiste). Diciamo che a ovest di Lione è praticamente finito visto che in Francia e Spagna già esistono le linee. A est, dopo l’Italia, le cose sono più lunghe, ma diciamo che per fare l’alta capacità, essendo pianura, è molto più semplice, bastano piccoli interventi sulle linee storiche di pianura. Inoltre è fondamentale per connettersi alla via della seta finanziata a man bassa dalla Cina. Di nuovo, La linea storica non è satura perché non è assolutamente conveniente rispetto al traffico su gomma, come dimostra il grafico sopra (perché non lo citano mai?!).
  • Torino si è espressa! ha ragione Wu Ming. Torino non si è espressa. Alla manifestazione SiTav saranno stati molto meno, come in tutte le manifestazioni. Che facciamo, vediamo chi ha la manifestazione più grande, o si fa, per esempio, un referendum (nazionale)?
  • «Retrogradi! Cosa c’è di male nell’alta velocità ferroviaria?» (qui Wu Ming 1 sostiene che in Italia si è importato il modello francese della TAV, fatto di gallerie e ferrovie dritte, invece di rispettare il territorio italiano, tenerci le curve e puntare sui pendolini e mantenere le linee esistenti, cosa che ci è costato moltissimo). In verità abbiamo importato il modello alta velocità che c’è in tutto il mondo, non “solo” quello francese. È così in Germania, in Spagna, in Giappone, in Cina. Ovunque. Inoltre dice che abbiamo speso moltissimo per collegare le nostre città. Noi abbiamo speso per la TAV, tutta, in Italia, una cifra vicino ai 35 miliardi di euro. La Spagna oltre i 45 Miliardi. (LA SPAGNA!, non la prima economia mondiale). E’ vero che il nostro territorio è più muntuoso, ma le nostre città sono molto più vicine, abbiamo una densità abitativa superiore rispetto alla Francia e alla Spagna. Quindi alla fine abbiamo speso di meno di loro per collegare la maggior parte delle nostre città (manca il Sud! Ma almeno per Bari si sta facendo). Tralascio le difficoltà tecniche del pendolino e le vomitate che ti potresti fare sopra attraversando gli appennini “pendolando”. Sostiene poi che la TAV è per ricchi e classista. Si vede che non è mai riuscito a prendere un’offerta super-economy di trenitalia, che ti costa meno di un bus. Inoltre la TAV non è in contrapposizione al trasporto locale su ferro. ANZI! Bisogna togliere finanziamenti al trasporto su gomma, alle strade e autostrade italiane, non alle ferrovie. Giusto per capire i numeri in gioco: il costo della costruzione della rete autostradale italiana può essere stimato, in maniera molto conservativa, essere intorno ai 200 Miliardi di euro. Il costo sostenuto per la costruzione delle autostrade è di circa 8 volte il costo della TAV. Le battaglie andrebbero fatte lì, non sulle ferrovie. Io mi chiedo, per esempio, le due statali che passano in Val di Susa, sono sostenibili? Chi le paga? Noi con le nostre tasse. I miliardi che mettiamo ogni anno sulla rete stradale e autostradale vanno spostati sul traporto su ferro. Invece si pone, in maniera miope, in contrapposizione la TAV con il trasporto locale su ferro!
  • Grillini!. Concordo con Wu Ming 1. I notav non sono grillini. Chiude il suo punto sulla lotta al sessismo dei notav. Cosa che stride con il suo punto uno, dove sembra che non abbia ben chiaro cosa sia il sessismo.
  • Il movimento reale che abolisce lo stato di cose presente. Qui traspare tutto l’ideologia che si porta dietro il movimento NOTAV nel criticare la costruzione di una galleria di una ferrovia. Wu Ming 1 sostiene che la lotta NOTAV sia una lotta di classe. Mi sento in parte di dargli ragione, almeno se la vogliamo mettere in questi termini. Mi sembra una lotta della classe feudale e rurale contro la classe borghese. Molte delle critiche mosse al progetto sottendono questa visione, quando per esempio si difende la natura privata delle terre contro l’esproprio statale. O quando si tessono le lodi di una non bene specificata visione di società agricola e naturale, dove il piccolo è bello, dove l’industria è cattiva e dove le piccole opere possano salvare il mondo. Tipo i mulini ad acqua e i piccoli rattoppi. Io credo che l’aver scelto come battaglia simbolica la lotta contro una ferrovia, sia stato uno dei più grandi errori fatti dalla sinistra “antagonista” in questi ultimi anni. Dobbiamo scegliere bene gli obiettivi delle nostre lotte, non bisogna disperdere energie e dividerci. C’è da accogliere e salvare i migranti. C’è da salvarci tutti dal riscaldamento globale.

Aggiungo qualche articolo:

  • Non si può aggiornare più la linea storica: link.
  • Perché nessuno protesta (qui sì, sarebbe stato utile fare le barricate) per il raddoppio del tunnel autostradale del frejus: link.
  • Quaderni osservatorio, con analisi costi e benifici: link.

A latere i motivi per fare il tunnel:

  • Non costa uno sproposito. Il tunnel di base costa all’Italia intorno ai 3 Miliardi di euro spalmati in 10-15 anni. Una cifra del tutto sostenibile per L’Italia. L’unione Europea finanzia il 40% dell’opera. Quindi è un ottimo investimento, con un grande ritorno sia economico che infrastrutturale che di efficentamento del sistema per l’Italia.
  • Essere più vicini alla Francia e alla Spagna via treno è un’ottima cosa in chiave integrazione europea. Sono ricadute sociali, ma anche economiche.
  • La ferrovia è sia per merci che per passeggeri. (Spesso si legge il contrario)
  • Rende competitivo lo spostamento delle merci su ferro invece che su gomma, togliendo dalle strade milioni di tragitti fatti con i TIR. (Ogni anno passano 40 Milioni di tonnellate di merci tra L’italia e la Francia su TIR. Ogni Tir porta intorno alle 30/40 tonnellate, Sono milioni di viaggi di TIR che attraversano le valli montane e la Liguria).
  • Rende competitivo, abbassando i tempi di spostamento, il tragitto tra Torino/Milano e Parigi. Ma anche verso Marsiglia, Barcellona, Bruxelles. Toglie passeggeri all’aereo, uno dei modi più inquinanti per muoversi.